LA PRODUZIONE DEL VINO A CARBOGNANO HA UNA LUNGA STORIA . . . se avete voglia di leggere!!!
La TENUTA CARBOGNANO nasce lungo l’argine destro del fiume Conca,
adagiata sul fianco del Monte Gardo a Gemmano, nel 2005.
Ma Carbognano è anche una piccola chiesetta bianca, oratorio-santuario della Madonna di Carbognano...
La notizia più antica che abbiamo sul nostro sito, ci porta indietro all’anno mille avanti cristo,
quando gli antichi abitanti della Romagna si spinsero nell’entroterra arrivando fino alla vallata del fiume Conca...circa 2150 anni fa prima di Cristo, vi era un tempietto Romano, dove ora c'è la chiesina di Carbognano.
Si pensava che il nome Carboniano venisse dai terreni ricchi di carbone o fosse una antica discarica
ma la storia che ha affascinato noi, segue una trama diversa…………..
La campagna nei dintorni di Rimini era adibita ad agricoltura e pastorizia ed era divisa in “centurie”, siamo in epoca Romana. Anche Gemmano era così divisa ,era il fondo Geminiano, proprietà della famiglia romana Geminia,
da cui si presume prenda il nome e vi si coltivava vigneto e grano.
Ai piedi del monte di Gemmano, lungo il fiume Conca dove ora c’è la Via Pedrosa,
c’era allora la Via Pietrosa, collegava l’antica strada che ancora oggi porta a Roma passando per Urbino ed il mare di Cattolica. Numerosi ritrovamenti di anfore vinarie testimoniano un grande fermento del mercato del vino
A quei tempi si stabilì nelle nostre zone la famiglia CARBONIA, della tribù romana degli Arniensi,
della quale faceva parte il Console
centurione Gneo Papirio Carbone.
Il fondo di proprietà della famiglia Carbonia si chiamava Fondo Vico Carboniano, oggi Carbognano;
è questo il nome che il notaio ha usato per definire il possedimento terriero che stavamo acquistando, il Fondo Carbognano.
Quello dell’epoca romana aveva un’estensione maggiore, a sud fino a Montefiore Conca ed a nord oltre il fiume Conca;
La famiglia Carbonia come gli antichi Romani, adorava diverse divinità e costruiva templi dedicati agli dei,
ne fece costruire uno dove ora c’è il santuario Carbognano, era dedicato al culto del Dio greco Pan,
veniva invocato perché proteggesse i raccolti e gli animali .
Il Dio Pan aveva un aspetto mostruoso a metà tra un uomo ed un animale:
il corpo coperto di pelo, la bocca con zanne, sul mento una barba tipo capretta, gambe di capra, coda e corna lunghe e ritorte. Oggi alle sagre popolari è possibile avere l’occasione di vedere un ragazzo che si traveste da dio Pan,
si scrive del dio Pan che fosse allegro danzatore che suonava il Flauto di Pan.
Nel 1822 scavando di fronte al santuario, venne alla luce una lapide scritta in latino, a testimonianza di cerimonie religiose atte ad invocare la protezione del dio Luperco che si credeva allontanasse i lupi allora molto numerosi nei boschi.
Sulla lapide di Carbognano era inciso il nome di uno dei sacerdoti che veniva a Carbognano per suggestive celebrazioni:
di sera, accesi i fuochi, si sacrificavano un maiale o un cane o mucche o capre;
i sacerdoti si coprivano i fianchi con il pelo di questi animali e
correndo tra la folla colpivano le persone presenti segnandole con il sangue.
Credevano inoltre che le donne mature, colpite, potessero rimanere incinta.
Era anche una cerimonia di saluto alla primavera imminente,
propiziatoria verso la terra ed i suoi frutti.
Questo antico rito rimase fino al V secolo,
sostituito dall’attuale festa di San Valentino.
Il 20 Agosto del 1783 un contadino arando il campo,
portò alla luce quattro urne cinerarie risalenti alla fine del I secolo dopo Cristo alte 30-40 cm,
riportanti i nomi dei quattro componenti della famiglia romana Geminia;
Una di queste riporta la raffigurazione del dio Giove Amone sotto le sembianze di un Ariete.
Si pensa che ci fosse un altro tempietto votivo nella zona, a lui dedicato, ma mai trovato.
Con l’avvento del tiranno Siria tutto fu distrutto e non si hanno più notizie
fino alle attestazioni che citano il fondo Carbognano come facente parte della Massa Maratiana di San Savino,
grande bacino di produzione di vino.
Nel 1260 un gruppo di frati Francescani Conventuali,
costruì sui resti del tempio romano, un piccolo convento ed un piccolo oratorio
con l’aiuto di due eremiti, già sul posto da prima del loro arrivo: Orso e Leone.
La chiesetta fu dapprima consacrata a San Francesco ed attorno al 1500 alla Madonna.
Commissionarono ad un pittore sconosciuto,
l’affresco dell’immagine della Madonna che venne dipinta sul muro della chiesetta.
Nel 1348 la peste nera si diffuse probabilmente arrivata via nave facendo molte vittime.
I frati francescani curarono i malati fino a che non perirono loro stessi e furono seppelliti nei terreni intorno al santuario.
(Cercando nell'enciclopedia:Enciclopedia > Storia e società > Diritto > Diritto antico > Romano > Carboniano, Editto-
Carboniano, Editto-provvedimento emesso dal pretore romano Papirio Carbone (non meglio identificato)
per sospendere ogni controversia sulla legittimità o meno dell'impubere
e lasciargli il possesso provvisorio dei beni ereditati fino al raggiungimento della pubertà,
rimandando a quel momento il giudizio sulla controversia.)
Nel 1780 cambia la struttura amministrativo-religiosa e nascono i Vicariati.
Carbognano entra a far parte del Vicariato di Morciano di Romagna.
Gli eventi poco favorevoli degli ultimi decenni avevano contribuito
ad avvicinare i credenti alla chiesetta distrutta di Carbognano,
è questo il periodo delle (presunte) apparizioni mariane .
In questo periodo nascono numerose cellette, lungo le strade, in tutta la Valconca.
Le cellette del crocevia, sono ancora visibili sul territorio di Gemmano,
si trovano solitamente all’incrocio di più strade
ed hanno il compito di proteggere i viandanti su strade che allora erano di pellegrinaggio versi i santuari maggiori,
come quello di Loreto.
Il terremoto del 1786 diede il colpo di grazia al santuario.
Dato il terribile periodo storico segnato da alluvioni, carestie, peste, repressioni napoleoniche,
il santuario di Carbognano fu abbandonato, ormai vi erano rimasti pochi frati anziani.
Nel 1796 arrivò Napoleone in Italia, il nuovo imperatore abolì tutte le forme di culto,
tutti i conventi furono sequestrati e messi all’asta.
Carbognano fu acquistato per pochi soldi da qualche signorotto locale
che usò i resti della chiesa e dell’oratorio come stalla per le bestie.
Nel 1817, l’arciprete Don Matteo Sellari,
nel seguire le disposizioni Napoleoniche che volevano cimiteri lontano dalle chiese e dai centri abitati,
diede disposizioni per dissotterrare le salme seppellite presso le chiese ed a Carbognano successe qualcosa di strano.
I primi scheletri emersi dal terreno, hanno ossa lunghissime soprattutto tibie, peroni e femore,
cioè le ossa delle gambe sicuramente appartenute a persone alte fino a due metri.
Sbigottiti e spaventati nessuno osò spostare quei resti che rimasero sepolti intorno alla chiesetta.
Intorno al santuario di Carbognano crebbe la popolarità per la Madonna:
grazie al suo divino intervento si ebbero guarigioni ed avvenimenti miracolosi.
Con i proventi che ne derivarono, venne allargata la chiesina che raggiunse le dimensioni attuali intorno al 1925.
Durante la fase finale della seconda guerra mondiale 1945 ,
la ritirata dei Tedeschi sul monte di Gemmano, ultima roccaforte a difesa della fuga,
fece si che gli alleati, riuscirono ad espugnare il monte di Gemmano,
solo dopo che il paese fu raso completamente al suolo.
I bombardamenti avvennero dalle navi ancorate sul Mare Adriatico.
La chiesina di Carbognano e le grotte tufacee intorno ad essa e sparse per il comune di Gemmano,
diedero riparo alla popolazione ormai stremata.
le attestazioni del vigneto in territorio riminese citano :
- anni 983-998, fondo Carbognano integro, facente parte della massa Maratiana ( Pieve di S. Savino ), cum terris et vineis campis pratis pascuis silvis salectissationalibus vel omnibus eisdem pertinentibus.(ivi,p.311)
La raccolta di informazioni sulla storia del santuario di Carbognano la si deve al Sig. Stefano Bianchini il quale ha scritto un libro dal titolo Santuario della Madonna di Carbognano reperibile presso la chiesa di Gemmano, il santuario o presso la tipografia Casadei di Morciano di Romagna._ Manoscritto ritrovato negli archivio storico parrocchiale di Gemmano.